Come ti cambio la meta del viaggio con Pokémon Go

Che cosa succede se certi Pokémon si trovano solo in alcune zone del mondo? Che tutti avranno il desiderio di viaggiare per aggiungere nuovi “mostri tascabili” alla propria collezione.

Pokémon Go è l’integrazione perfetta tra gamification, geolocalizzazione e realtà aumentata: una combinazione che sembra sposarsi molto bene con il turismo. L’intuizione che lega questo gioco con il mondo del travel è la sovrapposizione di luoghi reali con luoghi virtuali.

Quando un giocatore è a caccia del Pokémon di turno, infatti, non si limita a raccogliere oggetti virtuali ma è costretto a visitare di persona il luogo reale in cui si trovano. Questa capacità del gioco di invogliare la gente ad uscire di casa e recarsi in luoghi specifici per trovarvi i Pokémon ha fatto drizzare le orecchie agli operatori del turismo.

Pokémon Go trasforma i gamer in veri viaggiatori che visitano città, musei, monumenti e scelgono hotel e ristoranti in funzione della presenza di Pokémon da catturare. Un buon modo per far muovere le persone e portarle ad esplorare e imparare attraverso il metodo ludico.

Complice un forte effetto nostalgia, i maggiori protagonisti di questa “rivoluzione” sono i Millennials, la generazione che ha conosciuto e amato i Pokémon negli anni ’90 grazie al famoso cartone animato e al videogioco della Nintendo.

E sono proprio i Millennials che, secondo un’indagine di Hotels.com, stanno cambiando le loro scelte di viaggio influenzati dall’ampia quantità di Pokémon in specifiche destinazioni.

Il settore del turismo ha risposto dando ai viaggiatori ciò che vogliono: molte strutture ricettive stanno plasmando la propria offerta per rendere l’esperienza di soggiorno più gradita ai fan di Pokémon Go. Perfino Tripadvisor e Yelp hanno inserito nei loro portali un filtro per trovare le strutture in base alla presenza di Pokémon.

Moda del momento o cambiamento decisivo? Nell’attesa… “Gotta catch them all”!