Il Bike Sharing cinese come nuova filosofia della bici in città

Un numero stratosferico di biciclette è la situazione che si può vedere a Pechino, grazie alle bici condivise. Ma questa invasione potrebbe accadere anche da noi in Italia? Se così fosse il classico Bike Sharing diventerebbe l’alternativa ecologica alle tante auto che continuano ad affollare le nostre strade.

In Cina, gli operatori più importanti che si occupano di questo servizio sono Mobike e Ofo, con le loro biciclette colorate di giallo e bianco oppure arancione e argento, magari con pneumatici speciali e un GPS con relativo pannello solare.

Qual’è la novità e la tecnologia?

Il Bike Sharing cinese è all’avanguardia nel modo stesso di usare le bici. In sostanza, non più aree di deposito e prelievo con le relative rastrelliere per le biciclette, ma solo e semplicemente il free flow. Infatti la novità risiede proprio nell’aver equipaggiato ogni bicicletta di un localizzatore e di un codice a barre stampato nella parte posteriore del sellino oppure sul manubrio.

Come si usa il nuovo Bike Sharing?

La prima cosa da fare è abbonarsi annualmente al servizio e poi se l’utente ha bisogno di una bicicletta la può cercare in qualsiasi momento grazie ad una applicazione molto simile a quella del Car Sharing. Rintracciata la bici nel luogo più vicino bisogna far leggere il codice a barre alla fotocamera del cellulare per attivare il noleggio. La procedura sbloccherà a distanza il lucchetto dell’antifurto. E alla fine della corsa, quando la bici non serve più sarà sufficiente lasciarla sul marciapiede, ricordarsi di chiudere il lucchetto e andare sull’applicazione per concludere il noleggio. In questo modo non si dovranno rispettare le stazioni di prelievo e di deposito, ma tutto il servizio sarà libero e più facile. Altro piccolo, ma fondamentale vantaggio sono le gomme airless della bicicletta che non si bucano e non si sgonfiano. Poi ci sono le tariffe cinesi che si aggirano intorno ai 15 centesimi all’ora, oltre naturalmente all’abbonamento di circa 30 Euro.

L’aspetto negativo del Bike Sharing cinese

Il Bike Sharing cinese visto così potrebbe essere davvero una soluzione ecologica per tutte quelle città dove il traffico è caotico e l’inquinamento è troppo elevato. Ma anche questo servizio ha la tendenza a diventare anti producente, come si suol dire. In effetti, potrebbe capitare un affollamento tale di biciclette da impedire una corretta viabilità. Basti pensare alle tante bici abbandonate in modo disordinato agli angoli delle strade, vicino alle metropolitane o nei pressi degli attraversamenti pedonali. A questo punto, gli stessi operatori dovrebbero assumere del personale di controllo per sgomberare le strade. Tuttavia, più di una start-up asiatica afferma di voler proporre il loro Bike Sharing anche in Europa e negli Stati Uniti; in effetti il primo passo sarà effettuato con un semplice test a Londra, anche se tutto è ancora da vedere e stabilire perché queste sono solo voci del The Strait Times di Singapore. Ma le biciclette in alluminio ultraleggere potranno invogliare qualcuno? E ancora, ci ritroveremo pure noi invasi da centinaia di bici per le strade delle nostre città?