Legittimo vietare il velo islamico sul posto di lavoro, è già polemica

“Vietare il velo che lascia scoperto il viso è una discriminazione, poco conta se si tratta di discriminazione diretta o indiretta. Anche perché ci sono donne che indossano il velo per motivi religiosi ed altre che lo fanno, come Emma Bonino e tante altre, dopo una chemioterapia.

Detto questo, sono da sempre d’accordo sul divieto del velo integrale che copre il viso. Ma non quello che copre soltanto i capelli, e in questo senso ritengo assurda la sentenza della Corte di giustizia europea” è questa la prima reazione di Dounia Ettaib, presidente dell’associazione donne arabe in Italia. La Corte di Giustizia Europea ha infatti affermato l’assenza di discriminazione per quanto riguarda il divieto di indossare il velo islamico sul posto di lavoro.

La decisione ha già creato innumerevoli polemiche in un momento dove lo scontro di religione sembra prendere sempre più forza, specialmente dopo i recenti proclami anti-europei del Presidente della Turchia Tayyip Erdogan.

Velo o non velo, in Europa si discute

La questione del velo aveva già creato numerose problematiche la scorsa estate, quando le discussioni sul divieto di utilizzato del così detto “Burkini”, avevano infiammato il mondo politico e culturale.
Il problema a cui si trovano di fronte i datori di lavoro è adesso quello di decidere tra la libertà di espressione del proprio credo religioso che si contrappone a un tentativo di rendere “uguali” i lavoratori. La decisione della Corte Europea di sicuro non è rimasta inosservata e nel mondo islamico è già nato un forte risentimento verso quella che viene vista come una presa di posizione discriminatoria.

Creare scontro?

L’idea più diffusa è che decisioni di questo tipo non facciano altro che gettare benzina sul fuoco, creando di fatto uno scontro anche dove non era presente. Rimarcare le differenze culturali e proibire la manifestazione del proprio credo viene vista come una pratica che crea divisione e assolutamente contraria alla coesione.
Dalla parte dei sostenitori invece c’è chi si ritiene soddisfatto, in quando la religione e le ideologie sono elementi che devono rimanere nella sfera privata e sicuramente non ostentati sul posto di lavoro.