Il decalogo della viralità: ottimizzare i video in 10 mosse

Il processo che porta alla realizzazione video virali è complesso, tortuoso e pieno di insidie. Non esiste una scienza in grado di elaborare il video perfetto, che si propaga nella rete a velocità supersonica diventando immediatamente di dominio pubblico. Per ideare e concretizzare un contenuto in grado di diffondersi capillarmente servono dedizione, competenza, intuito, creatività e, comunque, non è scontato che avremo successo. Assodato che non esistono formule magiche, possiamo quanto meno provare a mettere giù un decalogo della viralità, elencando le 10 caratteristiche che un video che aspiriamo a rendere virale dovrebbe assolutamente avere.

 

  1. Originalità: La rete offre possibilità di intrattenimento pressoché infinite. Scopiazzare idee già viste o proporre contenuti senza alcuna portata innovativa significa condannarsi al fallimento. L’utente ama la novità.

 

  1. Utilità: il termine qui è usato in modo molto generico per intendere che il video deve offrire qualcosa allo spettatore, che sia un’emozione, un’informazione utile, un’opinione significativa. L’importante è che non ci sia indifferenza, la tomba della viralità e di ogni aspirazione correlata ad essa.

 

  1. Tempismo: l’idea giusta deve capitare anche al momento giusto. Trattare temi che sono sulla bocca di tutti, analizzando anche i topic trend o semplicemente tastando il polso degli utenti, significa aumentare in partenza le possibilità di successo.

 

  1. Immediatezza: L’utente è pigro o, per lo meno, poco fiducioso. Il video deve essere in grado di conquistare l’attenzione fin dai primi fotogrammi; basta un’introduzione sbagliata e lo spettatore scappa via.

 

  1. Brevità: Per la stessa logica del punto precedente, la durata del video deve essere ben calibrata. Molti utenti rinunciano a priori a cliccare su u contenuto se sanno già che esso richiedere uno sforzo che non sono disposti a dispiegare.

 

  1. Appetibilità: Prima ancora che l’utente clicchi sul video, occorre saperlo sedurre. Qui sono fondamentali due elementi: il titolo e l’immagine di copertina, che servono per richiamare l’attenzione e stuzzicare la curiosità.

 

  1. Empatia: Che si tratti di una compilation di strafalcioni o di una riesamina sulla situazione geo-politica del Medio oriente, è necessario che il video trasmetta empatia con l’utente, che capisca le sue esigenze e detti i ritmi dello streaming.

 

  1. Apertura ai commenti: La censura è odiata dagli utilizzatori della rete e trasmette segnali negativi. L’utente che può interagire è anche più disposto a dare fiducia al canale e sarà più favorevole a tornare a fare visita al sito.

 

  1. Social: Qualunque contenuto deve sempre predisporre la funzione di condivisione sui social network, poco ma sicuro.

 

  1. Impatto: Se l’utente ricorderà il video appena osservato nei giorni a seguire, avremo la certezza di aver fatto un ottimo lavoro.