Intervista SEO a Carmine “E Basta” Tambascia

Oggi abbiamo il piacere di intervistare uno dei molti italiani che vivono all’estero.

 

La tua storia ci ha colpito per diversi motivi, il primo è: ma come fai di cognome veramente? E perché E Basta?

Speravo fosse un’intervista ad un cervello in fuga, e invece è solo perché vivo all’estero. A parte gli scherzi, semplicemente, per rispondere alla domanda, ho iniziato ad usare Facebook ai tempi in cui andavo ancora all’universitá. Come alcune delle cose che vengono fatte in quel periodo, il nominativo scelto non si addice ad un profilo professionale o sobrio, che affido ad altri social piú appropriati. Negli altri, infatti, uso tranquillamente il mio vero cognome Tambascia mentre su Facebook, dopo un periodo iniziale, ho optato per questo in quanto in quel periodo mi piaceva l’idea che la parola “Basta” venisse associata al mio profilo sul social blue.

 

Come mai Berlino, è vera la storia che Berlino è più “digital” di Londra?

Berlino, in realtà è stata una scelta ponderata: ho sempre creduto di esser negato per le lingue fino a quando non ho acquisito un buon livello di inglese, fluente, dopo aver vissuto a Dublino per circa un anno (dopo corse e lavoro). Successivamente ho avuto la coraggiosa idea di imparare il tedesco da zero, volevo fare l’esperienza di vivere in una nuova città, che offrisse opportunità nell’Online Marketing o in generale nel digitale, settori ai quali, dopo l’esperienza dublinese, mi son completamente dedicato professionalmente. Posso dire che sicuramente Berlino ha più fama di Dublino, nel digitale, perché la seconda è più orientata ai servizi o a sedi principali e non a nuovi progetti. Non posso rispondere per Londra, in quanto non conosco la realtà lavorativa londinese.

 

Raccontaci qualcosa di te, come mai spesso sei considerato un esperto digitale “criptico”?

In realtà non sapevo di essere considerato esperto, il criptico potrebbe derivare dal fatto che provenendo da un percorso di studio molto differente (ingegneria biomedica, che suona alquanto criptico, ma che non è altro che l’ingegneria dell’informazione, elettronica e meccanica applicata alla medicina). Ho iniziato a studiare le parti in cui non avevo formazione (marketing, advertising e comunicazione) e fare esperienza come dipendente, senza seguire progetti online con obbiettivo di offrire un servizio o consulenza, ma semplici studi e test, quindi sul web si trova poco di lavori personali, siccome sono sempre stati per clienti/aziende.

 

Quali sono le principali differenze tra Italia e Germania a livello digitale?

Direi a livello digitale il mercato è più maturo, e anche più vasto, poiché bisogna considerare il mercato dal punto di vista linguistico che nel caso del tedesco include tutto il DACH, ovvero Deutschland, Austira e Confederazione Helvetica (Svizzera che parla tedesca), trascurando poi altre parti del mondo dove si parla tedesco o il tedesco è una lingua ufficiale.
Non è solo una questione di numeri, ma anche di maturità del mercato inteso come utenti che usano da più tempo il digitale, quindi più opportunità ma sicuramente anche più competizione: siccome molti son già presenti online, e non dobbiamo dimenticare che nel digitale, a parità di qualità, il fattore tempo è una discriminante ancora forte (grazie a Google ma anche, purtroppo, una legge naturale di Brand).
Voglio dire banalmente che chi arriva prima ha un vantaggio se lo sa 
sfruttare.
C’è poi anche la questione di una leggera maggiore serietà lavorativa (data piuttosto dal sistema giuridico tedesco, che è molto più efficiente). Inoltre le professioni digitali non sono considerate un “passatempo” o qualcosa che può fare il cugino o l’amico (come purtroppo ancora constatiamo da alcune dichiarazioni di politici italiani, un po’ rimasti a qualche secolo precedente).

 

Pensi di tornare un giorno? Perché si o perché no?

Direi che potrebbe sembrare una risposta un po’ banale, ma dipende, sicuramente essendo ancora in Europa e a pochi km dall’Italia, nulla è escluso, anche se più si rimane in un posto e più si mettono radici.
Inoltre, proprio le professioni legate al digitale, come la SEO o il web marketing 
più in generale, permettono di lavorare essendo legati meno al territorio, ad ogni modo, non bisogna illudersi, penso e sto vedendo che, per una serie di ragioni, le agenzie e tutte le aziende che si avvalgono di professionisti del settore, preferiscono avere il personale in loco, con forme di lavoro più flessibili, come per esempio lavorare da casa 2-3 giorni la settimana e altri 2 in sede per meeting o attività che richiedono lavoro in gruppo.
Quest’ultimo però è un caso limite e quindi la realtà è che la maggior parte dei 
lavoratori sono in sede. Ovviamente a meno di operare da freelancer o casi particolari personali, che appunto non determinano un trend.

 

La SEO, differenze tra i professionisti italiani e quelli tedeschi, pro e contro.

Per la mia esperienza, quindi avendo conosciuto personale perlopiù interno ad aziende, non vi è una grossa differenza, se non che appunto in Germania, le professioni digitali per i motivi suddetti, son anch’esse più mature, intese come specializzazioni.
Berlino dovrebbe 
essere considerata una piazza più internazionale e meno tedesca, dove le regole di formazione e quindi anche di valutazione per le posizioni o consulenze, son più rigide, ma allo stesso tempo il sistema favorisce una continua crescita professionale per stare al passo delle nuove competenze richieste dal mercato.
Vorrei ad ogni modo spezzare una lancia verso i professionisti italiani, che nonostante i limiti (come quelli sopra citati, ovvero del mercato relativamente più piccolo e ostico), non hanno nulla da invidiare quanto a formazione e capacità, rispetto ad altri paesi, soprattutto considerando che la “letteratura” su cui studiare e aggiornarsi è in gran parte più in inglese americana, quindi chi attinge direttamente da quella, ha fonti di prima mano, come potrebbe fare un tedesco, o un britannico, senza differenza.

 

Lavori di più col mercato tedesco o quello italiano?

Ovviamente per una questione linguistica lavoro soprattutto col mercato italiano o internazionale (inglese), siccome in realtà internazionali (quali le startup di Berlino), le figure sono più specializzate (ma questo avviene in quasi tutti i paesi in cui il tutt’olismo non è né perseguito, né visto come una qualità). Per esperienza indiretta il mercato anglosassone è ancor più specializzato).
In tali realtà abbiamo quindi copywriter, sea manager, seo tecnici 
(molto tecnici, tant’è che molte volte le aziende spingono i programmatori ad acquisire le conoscenze tecniche della SEO ad esempio, oppure i designer a possedere competenze di creazione per Landing pages) o addirittura persone che si occupano solo di analisi e reportistica, web analytics o Business Intelligence per il marketing, ovviamente questo avviene anche in Italia, ma c’è sempre quella tendenza a credere di dover offrire di più, o coprire più aspetti, perché tanto che ci vuole a fare, seo, adwords, e pure un po’ di Facebook? E qui aggiungete a piacere.
Credo che questo sia un limite un po’ trascurato ma importante, poiché vi è un’ignoranza dei mezzi e poca informazione specialmente da parte delle aziende che spesso non conoscono esperti del settore strategico digitale, e allo stesso tempo una carenza di chi dovrebbe educare i propri clienti, e sceglierli poi.