L’uncinetto: dalla nascita fino ai giorni nostri

Non è facile sapere con precisione a quale periodo risale l’origine dell’uncinetto. Una cosa però la sappiamo bene: si tratta di un piccolo strumento che, ancora oggi, viene utilizzato e, grazie al quale, vengono realizzati dei veri e propri capolavori.

Secondo i primi dati raccolti, si pensa che questa lavorazione sia stata fatta con le dita per realizzare dei cappi o per riprendere i punti. In seguito, con il passare degli anni, è stato creato uno strumento simile all’uncinetto che oggi conosciamo, realizzato prima in legno, in bambù, in osso e solo in seguito in ambra e avorio. 

L’uncinetto nella cultura egiziana e non solo

Anche nella cultura egiziana sono stati ritrovati alcuni esempi primitivi di uncinetto; altre tracce, invece, sono state ritrovate nelle tribù africane in cui venivano realizzati copricapi dei capi delle tribù; nelle popolazioni cinesi, in cui venivano realizzate bambole tridimensionali; nel popolo turco, in cui sono stati creati dei cappelli e in quelli scozzesi, in cui non mancavano mantelli pesanti realizzati con questa tecnica. Inoltre, le tribù all’interno del Sudamerica, creavano capi d’abbigliamento, oppure delle protezioni per il corpo, nel momento in cui organizzavano dei riti di iniziazione verso la pubertà. 

La forma dell’uncinetto

Come abbiamo visto, questa lavorazione è stata fatta inizialmente con le dita. Solo in un secondo momento, sarebbe stata creata la classica bacchetta che conosciamo oggi e che molti di noi usano alla perfezione. La forma classica che oggi conosciamo ha avuto origine in Italia intorno al XVI secolo e veniva utilizzata dalle suore per realizzare dei pizzi preziosi e sottili, degli addobbi e dei paramenti sacri. La diffusione in Spagna e in Irlanda fu davvero molto veloce. Infatti, questi furono i luoghi in cui Eleonore Riego de la Blanchardiere, una signora di origine francese, rimane talmente colpita dai lavori realizzati dalle suore al punto da imparare questa tecnica e perfezionarne ogni abilità. Tutto ciò è stato documentato all’interno di ben 11 riviste che la donna ha pubblicato in cui sono presenti degli schemi di inversione da pizzo a merletto ad ago, o tombolo all’uncinetto. 

L’uncinetto a Londra

Grazie alla regina Vittoria, la moda del pizzo decollò nella città di Londra in cui fu promossa un’esposizione di arti. Da quel momento in poi, la richiesta di merletto aumentò al punto tale che le industrie iniziarono a scrivere e a distribuire gli schemi a tutto il popolo. 

La trina di Orvieto

La trina di Orvieto ebbe origine dal pizzo d’Irlanda. Si tratta di un’opera che si realizza con un uncinetto molto piccolo e sottile e con dei filati di cotone di colore écru o bianco. Si tratta di una lavorazione che segue motivi decorativi e che riprendono molto le foglie di acanto, vite, edera e fiori insieme ad animali e da figure ricavate dai bassorilievi del Duomo. La bellezza dell’intera lavorazione riceve un tocco in più dalla stiratura eseguita in modo che riprendesse le forme dei bassorilievi del Duomo. 

L’apice dell’uncinetto

Tra il 1910 e il 1920 l’uncinetto raggiunse il suo apice in quanto fu un periodo in cui furono introdotti dei punti più complessi e fu iniziata la stampa in serie di libri in cui erano presenti numerosi schemi. Negli anni ‘30, purtroppo, ci fu un calo abbastanza evidente in quanto, a causa della Seconda Guerra Mondiale, il filato fu razionato notevolmente. Il tutto si riprese intorno al 1960 crescendo in maniera esponenziale fino agli anni ‘70 in cui fu impiegato per la realizzazione del poncho, un accessorio che non doveva assolutamente mancare. 

L’uncinetto oggi

Oggi l’uncinetto è di sicuro una delle tecniche più amate e apprezzate, utilizzata per la realizzazione di numerosi oggetti, tra cui i famosi amigurumi, dei pupazzi tridimensionali adatti a bambini e non solo. 

Chi ha voglia di imparare questa meravigliosa tecnica, non dovrà far altro che armarsi di tanta pazienza e iniziare un percorso che porterà numerose soddisfazioni.